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Il Pastore

Fin dai tempi più antichi prosperò l'attività dell'allevamento delle pecore, in grado di assicurare un buon reddito ai pastori. La lana dei greggi veniva venduta ai commercianti e portata alle nascenti industrie laniere vicentine.
L'animale allevato nella zona era la "Pecora Foza" e la sua presenza nello steamma del paese appare particolarmente significativa.
Durante l'estate i pastori portavano le greggi sulle montagne del paese, nella stagione invernale si portavano a valle, con un ciclo immutabile negli anni.
Il diritto dei pastori al pascolo in pianura era ormai consolidato attraverso l'istituto del "Pensionatico", riconosciuto in particolare dalla Repubblica di Venezia, anche per evidenti ragioni economiche.

Poi la vita dei pastori peggiorò progressivamente per la cessazione degli antichi diritti di pascolo.
Ancora nel 1864, durante il governo Austro Ungarico si fece un preciso censimento dei pastori del paese, del luogo dove soggiornavano nel periodo estivo e dove si portavano nella stagione invernale. Le famiglie dedite a tale attività erano ancora 51, una parte quindi non secondaria della popolazione.
I luoghi prescelti dai pastori per svernare con le loro graggi sui pascoli gravati dall'istituto del pensionatico, mantenuto, anche se a fatica, grazie alla accorta politica della Repubblica di Venezia, erano le pianure delle provincie di Venezia, Treviso, Padova, Verona e Rovigo.
Le poste, cioè i pascoli invernali, consentivano l'allevamento di greggi, quasi sempre di ridotte dimensioni, normalmente di un centinaio di capi. Le poste venivano tramandate di padre in figlio o cedute a parenti ed amici.
La posta del MONASTERO di Praglia fu spesso goduta da pastori di Foza. Già nel 1500 vi portava le sue pecore un certo Bartolomeo da Foza, negli anni successivi un certo Giovanni e nel 1700 vi ritroviamo Battista Contri con 225 pecore. Probabilmente era continuato nel tempo un certo legame con i monaci Benedettini di Praglia, confratelli di quelli del monastero di Campese, cui il paese era fortemente legato fin dal 1202, quando l'intero territorio di Foza era stato donato ai frati, da Ezzelino II, della potente famiglia degli "Ezzelini Da Romano" che ha tra l'altro dato il nome a Romano d'Ezzelino in provinvia di Vicenza.
Nonostante la protezione di Venezia, i problemi e le liti dei pastori con i proprietari terrieri non finivano mai.
In paese si era sviluppata qualche bottega artigiana per la costruzione degli utensili e recipienti. Tutto quanto era necessario veniva fabbricato con il legno. Così i recipienti per la lavorazione del latte, gli attrezzi per il lavoro, i contenitori di acqua, ecc.

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