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Vi fu poi il periodo della Repubblica di Venezia.
Foza era vicinissima ai traffici. Il legname veniva condotto a Valstagna con degli scivoli. Vi era inoltre un grande commercio di carbone - carbone fatto con della legna bruciata lentamente nei piatti, una tecnica oggi dimenticata ma allora indispensabile - delle carni e della lana.
Le famiglie di Foza erano parte attiva in atti pubblici fatti dal Vescovo di Padova ma sempre in stretta comunione con il Monastero di Campese.
Il Monastero di Campese così come abbiamo ricordato questa mattina, fu il primo benefattore della popolazione di Foza. Dobbiamo pertanto ricordare con riconoscenza tutti i frati che vi susseguirono per l'insegnamento "ora et labora" e per il sostegno mai negato agli abitanti del paese.
Foza ebbe non poche controversie con i comuni vicini, in particolare con Gallio, Enego e con Valstagna. I monaci furono sempre vicini alla nostra popolazione anche dopo il 1448, quando il Monastero di Campese cedette le montagne ai capifamiglia - presente il Parroco Cristiano Teutonico - e quindi anche il diritto di trarne i frutti.
Con l'uso di tutte le montagne, il Monastero di Campese dà alla popolazione di Foza anche la possibilità di eleggersi un parroco che viene peraltro sempre confermato dal Monastero stesso e presentato al Vescovo di Padova che aveva ed ha la giurisdizione religiosa di questi nostri paesi. Ovviamente i capifamiglia si impegnarono a mantenere tale patto.
Lo jus patronati durò per cinquecento anni, fino al 1948, quando, subito dopo la guerra, i capifamiglia riuniti in vicinia concordemente decisero di privarsi di questo diritto. Soltanto due capifamiglia si opposero - uno era il nonno di Don Alessandro - ma la grande maggioranza accettò e quindi dal 1948 il Vescovo invia il parroco da lui prescelto e senza accettazione dei capifamiglia.
In tutti gli anni a seguire dal 1450 i parroci venivano dalla Germania e dai paesi del Nord e quindi si potevano far capire dalla popolazione che parlava un dialetto tedesco che noi chiamiamo cimbro; tutto ciò fino a quando non vi furono vocazioni nel nostro paese e nell'altopiano ed i parroci cominciarono ad essere di estrazione nostrana; ve ne furono alcuni di Foza, di Asiago e dei paesi vicini.
La nostra prima chiesa, secondo quello che dice lo storico Dal Pozzo - ben conosciuto dal Presidente dalla Comunità Montana, Dottor Bortoli - fu dedicata a San Benedetto.
L'attuale compatrono della nostra parrocchia è riprodotto nella tela che abbiamo dietro l'altare, attribuita al pittore "Da Ponte".
Come ha detto prima Padre Antonio, la comunione con l'Abate del Monastero di Campese richiedeva che il nostro parroco scendesse presso il Monastero di Campese il Sabato Santo, per ricevere gli oli santi, che venivano poi portati nella nostra chiesa. In segno di sottomissione il nostro parroco portava una candela che lasciava al Monastero di Campese.
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