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Come è stato ricordato, il Monastero di Campese andò avanti per molti anni e fu soppresso per mano di Napoleone.
Tutta la documentazione fu quindi portata presso il Monastero di Polirone, vicino a Mantova, ma non abbiamo dimenticato l'unione che oggi anzi vogliamo perpetuare con la venuta dei benedettini di Praglia.
Anche con il Monastero di Praglia, gli abitanti di Foza ebbero un contatto molto stretto. Da sempre, come tutti voi sapete, parte della nostra popolazione viveva di pastorizia, fornendo la materia prima per l'industria laniera. Era un'attività economica, una delle poche, che era possibile tra queste montagne oltre a quella del boscaiolo e del fabbricante di carbone.
I pastori scendevano in pianura nelle provincie venete in località chiamate "Poste" laddove, per legge anche della repubblica di Venezia, i nostri pastori potevano liberamente portarsi, tenere le proprie pecore che servivano poi all'ingrasso e che consentivano un'attività economica molto importante per la stessa Repubblica di Venezia.
In autunno, appena cominciavano i primi freddi, i nostri pastori scendevano molto lentamente percorrendo i margini dei fiumi e si portavano alle Poste.
Vi è una grande disponibilità di documenti rispetto a tutta la materia, litigi e sentenze, la legge del pensionatico fatta dal Senato della Repubblica di Venezia, e contrastata molte volte da alcuni comuni e proprietari terrieri.
Comunque i nostri pastori, per centinaia di anni, andarono anche nei campi, che appartenevano a Praglia. Presso l'Abbazia nel 1500 troviamo un meglio non identificato Bartolomeo di Foza. Nel 1700 vi soggiornava Battista Contri, un antenato forse del nostro amico Lino presidente della Proloco, che aveva 255 pecore.
In ogni caso, come è stato ricordato, nel giorno dell'Assunta il Priore del Monastero di Campese si portava a festeggiare insieme alla popolazione la patrona della nostra chiesa e questa tradizione ci riporta alle origini del nostro paese.

Noi conserviamo tutt'oggi presso la nostra chiesa una statua di legno antichissima, non possiamo neanche datarla. La statua, rappresentante la Madonna, ha delle sembianze forse un po' peruviana, con vesti poco canoniche, che sono state motivo nel secolo scorso di lettere non poco affettuose con i Vescovi di Padova.
Questa statua è ritenuta, dalla nostra popolazione, miracolosa. Fin dai tempi antichi la sera prima dell'Assunta si formava una folla considerevole costituita non soltanto dagli abitanti di Foza, ma anche di tutta la valle del Brenta per partecipare alla processione.
La tradizione, forse un po' azzardata, dice che questa Madonna è stata addirittura benedetta da San Prosdocimo, primo Vescovo di Padova. Siamo all'inizio del primo millennio.
La devozione alla Madonna è molto sentita nei nostri paesi tant'è che quest'anno ci ritroveremo tutti per ricordare il voto fatto nel 1836. Era parroco allora, Don Marco Faganello, nostro paesano. Questo nome purtroppo è scomparso da Foza da qualche anno a causa dell'emigrazione.

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